CARLO E BENIAMINO

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Beldanubioblu
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CARLO E BENIAMINO

Messaggio da Beldanubioblu » mer gen 04, 2006 4:35 pm

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CARLO E BENIAMINO


In una casa di campagna la bella Puffy, splendida femmina di cane, ha dato alla luce tre cagnolini, due tutti bianchi come la neve ed il terzo pure bianco ma con un occhio vistosamente cerchiato di nero. I padroni di casa decidono di tenere per sé i due cagnolini bianchi e di disfarsi dell'altro che viene abbandonato, in una mattina d'inverno., nel cuore della vicina grande città. La vita per questo giovane cane è da subito dura: i ragazzi del quartiere lo deridono per la sua magrezza; gli tirano sassi; gli corrono dietro. Aggiungete a ciò i pericoli del traffico; il fatto che non abbia una casa; che non abbia nulla da mangiare e capirete quante cose debba escogitare per mantenersi in vita. Una sera, nel suo girovagare alla ricerca di un po' di cibo, giunge in una strada dei quartieri nobili, ai cui lati sorgono bellissime ville. In una di esse si sta svolgendo una festa. Da dentro giungono alle sue orecchie i suoni della musica e le risate ed il vocio sommessi dei partecipanti ed al suo naso tanti buoni profumi che gli smuovono un forte languore allo stomaco. Dopo aver osservato per un po' di tempo la scena, il cane decide di penetrare nella casa perché la fame lo sta facendo morire ed un'occasione così chissà quando gli si ripresenterà. Passando attraverso le luccicanti auto posteggiate lungo il marciapiede e, in modo inosservato, tra gli autisti che infreddoliti attendono il ritorno dei loro signori, ingannando il tempo fumando e parlando tra loro, il cane con l'occhio cerchiato di nero s'introduce furtivamente nella casa ritrovandosi in una immensa sala dove gli ospiti sono intenti a ballare. Per sfuggire ai loro sguardi non trova di meglio che nascondersi dietro ad un grosso vaso nella speranza di capire dove sia ubicata la cucina, meta di quella su ardita visita. Quando la musica si ferma vede numerosi camerieri entrare nella sala portando grossi vassoi ricolmi di tartine, pasticcini e tante leccornie che depongono su alcuni tavoli già predisposti per l'occasione in un angolo della sala. Mentre tutti si affrettano a prendere qualcosa il cane resta ben nascosto pur sentendosi svenire per la fame che gli attanaglia le viscere. Poi, fortunatamente, gli ospiti, poco alla volta, lasciano il salone per portarsi in un altro locale della grande villa ed è allora che egli decide di avvicinarsi ai tavoli imbanditi nella speranza di poter sgraffignare qualcosa. Ma proprio mentre sta per addentare una gustosissima tartina, ripiena di ogni ben di Dio, che sembra gli voglia dire "mangiami, mangiami, sono qui tutta per te", ecco che due manone lo sollevano da terra ed una voce gli grida "Cosa ci fai qui brutto bastardo!". Portato di peso fuori di casa l'energumeno, uno dei camerieri, lo allontana dandogli un calcione che lo fa correre, dolorante, per buona parte della strada. Il cane, impaurito più che mai, svolta ad un angolo della via per allontanarsi il più possibile da quel posto ed il caso vuole che vada ad imbattersi, o meglio, a scontrarsi con un ragazzetto di non più di 12-13 anni, rannicchiato a terra, seduto ed avvolto in una coperta lacera di lana, strappata e piena di buchi, ma pur sempre idonea a ripararlo un po' dal freddo intenso di quella serata. In testa calza un grande berretto che solo le orecchie impediscono che gli cada sul collo. La sorpresa dell'inatteso incontro tacita i due per un attimo che sembra un secolo, poi, passato lo stupore, dopo essersi guardati un po' a vicenda, decidono di rompere il silenzio non trovando di meglio che dimostrarsi un po' d'affetto. E come? Il ragazzo abbraccia il cane e questo gli risponde scodinzolando e leccandogli le guance arrossate dal freddo. Forse è la prima volta che i due provano una gioia così grande. Il ragazzo ha trovato un amico ed il cane un padroncino che lo curerà e lo proteggerà da tutto e da tutti. Io sono Carlo e tu ti chiamerai Beniamino e se vuoi sarai il mio amico per tutta la vita. Ti avverto che purtroppo sono solo e non ho neppure una casa. D'inverno dormo sotto i ponti ma d'estate in mezzo ai prati profumati sotto un tetto fatto di stelle. Prendo dalla vita tutto quello che mi dà e se oggi mi ha dato te sono tanto, tanto contento. E tu? Beniamino scodinzolando, gli si getta tra le braccia. Da quel momento i due resteranno insieme. Beniamino seguirà Carlo senza mai abbandonarlo; mangerà con lui, se vi sarà qualcosa da mangiare; dormirà con lui sotto i ponti o sui prati; sarà sempre la sua ombra. Una sera però la tosse che Carlo si porta dietro sin da quando si erano conosciuti, si fa più insistente e cupa. La copertaccia di lana non riesce più a riscaldare il suo corpicino e neppure il grande berretto riesce più a ripararlo dal freddo. Gocce di sudore gelido gli imperlano le guance ed il respiro si fa sempre più affannoso. "Beniamino, ti prego, corri a chiamare qualcuno, non mi sento bene!". A quelle parole il cane abbaia due volte come per rassicurarlo che ha capito; che deve stare tranquillo; tornerà presto con qualcuno e di corsa si allontana. La notte, quella, è più rigida che mai ed in giro non c'è anima viva. Corre di qua e di là ma niente e nessuno. Finalmente vede giungere una macchina e lui si para davanti ai fari abbaiando. Ma l'auto, con una secca sterzata lo evita e si allontana. Allora Beniamino corre al portone di una casa e comincia a raspare con le unghie al portone e abbaia, abbaia ed abbaia ancora. Alla fine, sopra di lui una finestra si illumina. "Qualcuno -pensa - ora mi aiuterà" . Invece un uomo gli rovescia addosso un secchio d'acqua gelida e gli grida che se non andrà via subito gli sparerà una fucilata. Beniamino si sente perduto. Riprende di corsa la strada verso il ponte ove ha lasciato Carlo per fargli almeno compagnia. Carlo dorme, ancora avvolto nella sua coperta. Non tossisce più. Sta meglio. Lo si vede perché ora ha il visetto sereno come se stesse facendo un bel sogno. Beniamino lo lecca sulla guancia che non è a contatto col terreno, per dimostrargli tutto il suo immenso affetto, ed allora, anche se è solo un cane, capisce che Carlo non potrà più accompagnare i suoi passi.
Ricorda che gli aveva detto
"Tu sarai mio amico per tutta la vita" e gli sussurra, con un triste guaito "per tutta la vita lo sarò!".
Il giorno dopo, un giorno d'inverno come tanti altri, la gente che passa vicino al ponte sul fiume non fa neppure caso all'auto pattuglia della Polizia che stranamente sosta in quel luogo.
Dicono che sul greto del fiume, sotto quel ponte, hanno ritrovato un ragazzino con accanto un cane, sicuramente randagio, morti entrambi per il grande freddo della notte.
Sono soli ma non è proprio così.
Ora Carlo e Beniamino stanno correndo felici nelle praterie del Cielo.



Luciella
Il sole non ti serve per vedere perchè tu luce sei in mezzo al buio...(Lucia Di Iulio)

RobyMAD
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Storia da Venerdì sera.

Messaggio da RobyMAD » ven feb 03, 2006 11:03 pm

:? Che dire, se io non riesco a farti dormire perché ridi, tu mi fai uscire malinconico da casa.

Vediamo come posso commentarlo, con calma. Incominciamo con il dire che i voti della specialistica sono decisamente più alti della triennale (così, il libro sull'altra metà del cielo dice che a voi piace spettegolare). Poi, dice che spesso voi fate compere perché così quando un ometto vi farà un regalo saprete apprezzarlo di più... già l'ho cambiato con... povero maschietto che non hai la ragazza, paga qualcuna. Così un giorno, saprai apprezzare le cose.
Penso che saranno tutti consigli detti da una voce narrante burlona a un povero ragazzetto (me?), che tenterà di conquistarsi le simpatie di qualcuna che gli piace. Già....

Il cagnolino e il ragazzo non hanno avuto nemmeno una voce burlona che li accompagnasse. L'unica morale che si possa tirare fuori dalla storia è, forse, di essere più positivi e costruttivi durante la giornata perché noi, in fondo, abbiamo tutto.

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